Questo articolo vuole fornire piccole pillole di conoscenza che permettono di avere una panoramica generale (e non esaustiva) rispetto a un argomento molto vasto, quello delle ferite primarie nell’uomo.
Comincerei questo piccolo approfondimento specificando la differenza fondamentale tra ferita e tipologia: la ferita primaria è il nucleo di esperienza di base di dolore e angoscia vissuto nei primi anni di vita i cui contenuti sono rimossi e relegati nell’inconscio profondo, la tipologia è la personalità, o parte di personalità, che risponde alla vita, difendendosi da un dolore non cosciente e che sviluppa comportamenti, difese e attitudini da cui si può riconoscere un carattere.
Nell’approccio psicosintetico, il primo passaggio significativo che amplia la coscienza dell’individuo viene favorito dall’esperienza del proprio animo molteplice. Un’esperienza diretta, facile seppur al contempo complessa per la sua essenza plurale. Consiste nel trovarsi faccia a faccia con aspetti della psiche che assumono la forma e le caratteristiche di vere e proprie personalità in miniatura, entità intrapsichiche che, a nostra insaputa, perseguono scopi e obiettivi attraverso modalità comportamentali specifiche. L’animo molteplice che alberga in noi è la Vita dentro la Vita, la tavolozza di colori che tende a dipingere e completare la nostra originale tela esistenziale.
Ma da dove vengono questi personaggi interiori?
Questi personaggi interiori scaturiscono dai bisogni fondamentali dell’uomo, sopravvivenza, sicurezza, appartenenza, autoriconoscimento, autorealizzazione e autotrascendenza. Questi sono bisogni imprescindibili, non sempre consequenziali e ciclicamente risolvibili. Vuol dire che nella nostra vita, periodicamente, necessitano di essere rivisitati e approfonditi. L’impossibilità di soddisfare tali bisogni, la loro lesione o frustrazione, comporta l’insorgere di disagi, sofferenze e disturbi di diversa intensità, che partono dalle semplici crisi esistenziali, conflitti interiori ed esteriori, comportamenti nevrotici fino alle sofferenze più estreme come psicosi e disturbi di personalità.
Tipo organizzativo pratico
La Tipologia Organizzativo Pratico della Psicosintesi, che può ricondursi alla ferita ossessiva della Psicodinamica, ci parla di uno stile adattivo e di sopravvivenza, basato sul controllo e sulla rigidità. Come per tutte le ferite primarie, tale comportamento è il tentativo dell’individuo di sopravvivere a un’esperienza di dolore e paura, in questo caso specifico nei confronti di un’autorità che ha frustrato e leso la spontaneità, la vitalità del bambino, attraverso uno stile educativo rigido, basato sul controllo, sull’umiliazione, sulla punizione (sia essa stata agita coercitivamente o con la violenza fisica, o con la violenza psicologica).
Un’altra causa dell’insorgere di questo tipo di personalità è un ambiente familiare caotico, disordinato, senza figure di riferimento valide e attendibili su cui poter fare riferimento e che, di conseguenza, porta il bambino a sviluppare quella disciplina interiore e a darsi quelle regole comportamentali che lo aiuteranno a darsi da sé e per sé stabilità e sicurezza.
La nascita di questa ferita, se da un lato fa sviluppare una personalità controllante a sua volta molto rigida, precisa e dissociata dalle emozioni, dall’altra permette lo sviluppo e il potenziamento delle funzioni mentali come il pensiero e l’immaginazione.
La necessità di controllo (prima dentro di sé e poi fuori da sé) rende i tipi organizzativo-pratici abili strateghi in grado di conoscere i processi di un meccanismo, di un’organizzazione di un sistema, fino al più piccolo dettaglio. Sono affidabili e rispettosi delle regole e sono molto abili nella gestione di risorse e persone. Insomma, anche quando un essere umano soffre, è sempre in grado di tirare fuori dalla propria tribolazione qualità, risorse e bellezza.
Tipo artistico creativo
In questo modo il rapporto così intimo e confidente con la madre viene pagato con l’opposizione nei confronti del padre, privandosi così per sempre della possibilità di amare i genitori come coppia, di poter rivolgere ad entrambi il proprio affetto senza sensi di colpa.
In questo contesto la seduzione è un comportamento adattivo utile, agito attraverso sorrisi e compiacimenti, e ha lo scopo di ottenere una relazione più profonda, un’alleanza che assicuri al bambino affetto, amore e un rapporto più intimo con i genitori. In realtà si tratta di un vero e proprio bisogno di amore. La risposta adattiva diventa una personalità brillante, audace, seduttiva, ricca di capacità e talenti che però non si riconosce.
I tipi artistico-creativi si adattano facilmente ai cambiamenti che spesso cercano, prima ancora di aver davvero fatto un’esperienza approfondita.
Sono vitali e pieni di energia, fanno fatica a contenere l’entusiasmo e l’eccitazione, soprattutto rispetto alle novità. Presi da mille interessi rischiano spesso di non terminare ciò che iniziano, lasciando così tanti percorsi iniziati e non conclusi.
Sono intelligenti, sensibili, simpatici, empatici e molto volubili.
Creano l’intrigo, il conflitto e il sotterfugio e necessitano di competere soprattutto con le persone dello stesso sesso. Seduttori per eccellenza, sono in grado entrare in relazione e in confidenza molto facilmente. Le loro fragilità possono ricondursi a un bisogno profondo di amore e riconoscimento.
Sono dotati di senso estetico e artistico. Nella loro crescita e maturazione diventano appassionati, coerenti con i propositi più elevati, portatori di armonia e bellezza, mediatori della dualità, abili e approfonditi conoscitori dell’animo umano, le cui sfumature sanno, per certo, di possedere dentro di Sé.
Anche qui, da un’esperienza primaria di sofferenza vediamo lo sviluppo di qualità superiori e divine al servizio della Vita.
In questo articolo, abbiamo esplorato due diverse tipologie, opposte tra loro e reciprocamente attratte l’una dall’altra. Gli organizzativo pratici, così stabili, precisi, disciplinati e costruttori, bramano in gran segreto la leggerezza, la spensieratezza e la creatività della tipologia artistico-creativa. Viceversa quest’ultima, nella sua difficoltà a restare salda, coerente, ad essere continuativa e a conservare la ricchezza interiore che possiede ma disperde, desidera e necessita della capacità di contenimento e perseveranza dei primi.
Queste due tipologie, dunque, non definiscono solo tratti di personalità, ma indicano chiaramente bisogni fondamentali per tutti. Attraverso le loro caratteristiche possiamo scoprire cosa vorremmo integrare in noi, quali risorse sono carenti e procedere per farle diventare aspetti coscienti che ci migliorano.