Uno strumento per te
La disidentificazione
La disidentificazione è un processo che aiuta a liberarci dai nostri condizionamenti limitanti. In questa pagina troverai un’importante risorsa per guidarti in questa pratica.
Noi siamo dominati da tutto ciò in cui il nostro “io” si identifica. Possiamo dominare, dirigere ed utilizzare ciò da cui ci disidentifichiamo.
Questa semplice frase di Roberto Assagioli, il padre della Psicosintesi, sprona alla liberazione dell’animo umano da tutto ciò che lo limita e lo condiziona inconsapevolmente. Lui dà un nome specifico a questo processo, chiamandolo “identificazione”: un susseguirsi di immedesimazioni in vari ruoli, emozioni e convinzioni che si manifesta per tutta la nostra esistenza. Solitamente, tanto più un’idea è persistente e vincolante nei nostri pensieri, tanto più l’identificazione è profonda e dominante.
La stessa cosa vale per le nostre emozioni. Quando uno stato emotivo è persistente e intenso vuol dire che siamo aggrappati con tutte le nostre forze a un’identificazione e che la gabbia intrapsichica è molto resistente. Questo significa che una parte della nostra psiche necessita di vivere alcune esperienze della vita attraverso quello stato emotivo, o quel ruolo sociale, o quella forma mentis.
C’è una bella notizia in tutto questo: se senti dentro di te un certo fastidio rispetto a condizioni che limitano la tua felicità e la tua realizzazione, vuol dire che sei pronto per cambiare!
L’identificazione da una parte è necessaria per dare significato all’esistenza e per vivere più esperienze nella vita, dall’altra però impedisce di vedere altri aspetti della propria personalità che permetterebbero una vita più piena e appagante. Esempio: io sono madre; ma poi mi dimentico che sono anche donna (altri campi di espressione di se stesso).
Oppure pensa a cosa succederebbe se fossi completamente identificato in convinzioni puramente limitanti, come “non avrai mai successo nella vita”, oppure che “non troverai mai l’amore”…
Il nostro compito nel lavoro interiore non è essere perfetti, ma essere integri e completi di ogni risorsa disponibile, sia in luce che in ombra.
Per essere consapevoli di sé, il primo passo è osservare senza giudicare. Questa piccolissima ma potente azione è l’inizio del processo di disidentificazione, ossia lo sviluppo della capacità di mettere una distanza tra noi e i vari comportamenti, stati emotivi, forme pensiero o ruoli. Tutti questi contenuti, seppur importanti, sono aspetti parziali della psiche e dunque limitati e limitanti nella loro funzione specifica.
Ed è qui che noi possiamo riprendere un po’ del nostro potere personale. Se riusciamo a mettere questa distanza, diveniamo realmente consapevoli e possiamo dirigere e gestire i nostri ruoli, le nostre identificazioni e non esserne dominati.
La Psicosintesi fornisce uno strumento fondamentale per cominciare questo cammino di autoconsapevolezza e autodeterminazione:
l’esercizio della disidentificazione.
I benefici della disidentificazione
Gli effetti della pratica di disidentificazione, se praticata con una certa costanza, sono innumerevoli:
- stato di quiete e centratura;
- contatto con la propria forza interiore;
- lucida consapevolezza dei ruoli e degli stati dell’essere che più ci dominano;
- maggior controllo di sé stessi e della propria vita;
- capacità di dirigere e trasformare la propria vita;
- stato di serenità interiore;
- maggiore e progressivo stato di quiete mentale;
- riconoscimento progressivo e persistente della propria vera identità spirituale;
- ripristino delle forze e delle risorse bloccate;
- risoluzione di stati conflittuali interiori;
- maggior creatività nella propria vita quotidiana.